In Abruzzo ci sono luoghi che sembrano fermi nel tempo, dove le pietre raccontano storie di un passato che resiste al silenzio: parliamo dei borghi fantasma, paesi abbandonati a causa di terremoti, frane o, più spesso, di quell’esodo lento che ha portato gli abitanti a cercare fortuna altrove. Passeggiare tra le loro vie significa compiere un viaggio affascinante nella memoria, ma anche interrogarsi sul futuro di territori che potrebbero tornare a vivere grazie a progetti di turismo sostenibile.
Uno dei simboli più noti di questo patrimonio nascosto è Corvara, piccolo borgo della provincia di Pescara. Da qui può partire un itinerario che attraversa tutte e quattro le province abruzzesi, toccando i paesi fantasma più suggestivi e i borghi limitrofi ancora abitati, dove trovare accoglienza autentica in B&B, osterie e agriturismi.
Questo articolo ti guiderà in un percorso emozionante: scopriremo insieme le storie dei borghi fantasma d’Abruzzo, i migliori itinerari per visitarli, consigli pratici su dove dormire e mangiare, e spunti su come queste comunità potrebbero rinascere, proprio come accaduto a Santo Stefano di Sessanio con il modello dell’albergo diffuso.
Cosa sono i borghi fantasma in Abruzzo e perché visitarli
Un borgo fantasma non è soltanto un paese disabitato, ma è un luogo dove la vita quotidiana si è interrotta bruscamente o lentamente, lasciando dietro di sé tracce di abitazioni, chiese, strade lastricate e piazze che oggi sembrano sospese.
In Abruzzo ce ne sono decine, soprattutto nelle aree interne, sulle montagne e lungo le valli e le cause principali sono state i terremoti (come quello del 1706 che devastò l’Aquilano), le frane e lo spopolamento dovuto all’emigrazione.
Visitare questi luoghi significa:
- scoprire un patrimonio storico-architettonico unico;
- vivere un’esperienza di turismo lento e consapevole;
- collegare la visita ai borghi vicini ancora abitati, sostenendo l’economia locale;
- riflettere sul valore della memoria collettiva.
Corvara Abruzzo: il simbolo dei borghi fantasma
Tra i paesi abbandonati più evocativi dell’Abruzzo, Corvara, in provincia di Pescara, è uno dei più affascinanti.

Corvara Abruzzo: storia e origini
Di origini medievali, sorge a 1.100 metri di altitudine, in posizione strategica tra il Gran Sasso e la Maiella. Come molti borghi montani, ha conosciuto un progressivo spopolamento a partire dal secondo dopoguerra, fino a ridursi a poche decine di abitanti.
Cosa vedere a Corvara
- I ruderi del castello medievale e le sue mura che dominano la valle.
- La Chiesa di Sant’Andrea, oggi in parte diroccata, ma suggestiva nelle sue linee architettoniche.
- I vicoli in pietra che offrono scorci perfetti per gli appassionati di fotografia.
- I sentieri panoramici che collegano Corvara al territorio circostante, ideali per escursioni naturalistiche.
Corvara Abruzzo: esperienze consigliate
Un trekking tra le case abbandonate, una sessione fotografica al tramonto o una visita guidata organizzata dalle associazioni locali ti faranno vivere un’immersione totale nel passato.
Mappa dei borghi fantasma d’Abruzzo: itinerari per scoprire Corvara e altri paesi abbandonati

Ecco la mappa in PDF ad alta qualità: puoi scaricarla da qui 👉 itinerari_borghi_fantasma_abruzzo.pdf
Itinerario dei borghi fantasma d’Abruzzo per provincia
Provincia di Pescara: Corvara e dintorni
La provincia di Pescara è il cuore di questo viaggio, con Corvara come tappa simbolica.
- Salle Vecchia: abbandonata dopo il terremoto del 1933, conserva i ruderi del castello e della chiesa.
- Roccacaramanico: un borgo semi-abbandonato ai piedi della Maiella, oggi in parte recuperato e abitato.
Dove dormire e mangiare
- B&B Baita nel Bosco, a Caramanico Terme: ideale per chi vuole coniugare natura e relax.
- Agriturismo Borgo San Martino ad Abbateggio: cucina tipica abruzzese con prodotti biologici.
- Osterie locali a Caramanico Terme, dove assaggiare arrosticini e piatti di montagna.
Provincia dell’Aquila: l’esempio di Santo Stefano di Sessanio
Qui si trova la più alta concentrazione di borghi fantasma e semi-abbandonati.
- Santo Stefano di Sessanio: rinato grazie all’albergo diffuso, oggi è un modello di turismo sostenibile.
- Castelvecchio Calvisio: borgo medievale in parte disabitato, con vicoli suggestivi.
- Frattura Vecchia (Scanno): abbandonata dopo il terremoto del 1915, offre panorami spettacolari sul Lago di Scanno.
Dove dormire e mangiare
- Albergo diffuso Sextantio (Santo Stefano di Sessanio): un esempio internazionale di recupero.
- Rifugi e case vacanza intorno a Scanno, perfetti per chi ama la montagna.
- Osterie di montagna a Calascio come Ristorante La Cabina e Castel del Monte, con piatti come le zuppe di legumi e il pecorino di campo.
Provincia di Chieti: tra trabocchi e paesi sospesi
Meno conosciuta per i borghi fantasma, la provincia di Chieti custodisce luoghi affascinanti.
- Borrello Vecchia: piccolo nucleo disabitato circondato da boschi.
- Gessopalena Vecchia: costruita su una rupe di gesso, abbandonata dopo la seconda guerra mondiale.
- Abbinamento con borghi vivi: Roccascalegna (con il suo castello arroccato) e Palena.
Dove dormire e mangiare
- B&B a Roccascalegna, con vista sul castello come B&B “del Castello”
- Agriturismi in Val di Sangro, dove gustare ventricina, pasta alla chitarra e vini Montepulciano, ad esempio Fattoria dell’Uliveto.
- Osterie tipiche a Palena con cucina di montagna, ad esempio Casa del’Orso
Provincia di Teramo: i borghi dimenticati dei Monti della Laga
La provincia di Teramo ospita paesi fantasma immersi in scenari naturali straordinari.
- Valle Piola: uno dei borghi fantasma più famosi, nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
- Castelbasso: borgo medievale quasi disabitato, oggi parzialmente recuperato come centro culturale.
- Civitella del Tronto vecchia borgata: antiche frazioni in abbandono vicino alla fortezza.
Dove dormire e mangiare
- Rifugi montani per gli escursionisti nel Parco dei Monti della Laga: cliccando qui troverai le 19 migliori baite.
- Agriturismi a Campli, con prodotti genuini come salumi e formaggi, come Agriturismo Il Vecchio Carro
- Trattorie che servono timballo teramano e piatti di pasta fresca.
Vivere e far rinascere i borghi fantasma d’Abruzzo come Corvara
Oltre al fascino turistico, i borghi fantasma offrono un tema attuale: il loro recupero.
Negli ultimi anni lo Stato e la Regione Abruzzo hanno promosso bandi per incentivare giovani e famiglie a trasferirsi nei piccoli centri spopolati. Questi contributi possono riguardare l’acquisto di case a basso costo o la creazione di attività turistiche.
L’albergo diffuso? Prendi esempio da il modello di Santo Stefano di Sessanio: questo borgo aquilano è diventato un caso di studio internazionale, perché qui si è avuto l’idea per prima in Italia, di trasformare le vecchie abitazioni in camere di un unico albergo diffuso ha portato vita, lavoro e turismo di qualità.
Immaginare un albergo diffuso a Corvara o un eco-villaggio turistico a Valle Piola significherebbe dare nuova linfa a territori che rischiano di scomparire. Sarebbe un modo per coniugare turismo, sostenibilità e memoria.

Consigli pratici per organizzare un viaggio tra i borghi fantasma
- Periodo migliore: primavera e autunno per il clima mite e i colori del paesaggio.
- Attrezzatura: scarpe da trekking, acqua e una torcia per esplorare luoghi semi-abbandonati.
- Come arrivare: l’auto è indispensabile per raggiungere i borghi; camper e moto sono ottime alternative.
- Per famiglie: preferire i borghi semi-abitati come Roccacaramanico o Santo Stefano, più sicuri per i bambini.
- Per fotografi e viaggiatori slow: l’alba e il tramonto regalano le atmosfere più suggestive.
I borghi fantasma d’Abruzzo non sono soltanto ruderi da fotografare, ma luoghi vivi di memoria e, forse, di futuro. Corvara, Valle Piola, Gessopalena vecchia: ciascuno custodisce un frammento di storia che merita di essere riscoperto.
Visitarli significa non solo immergersi in un passato sospeso, ma anche sostenere le comunità vicine, pernottando nei B&B, pranzando nelle osterie, acquistando prodotti locali.
Un viaggio tra i paesi fantasma abruzzesi è un invito a guardare oltre: ad immaginare che questi borghi possano tornare a vivere, magari proprio grazie al tuo prossimo viaggio.
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